Una barca nel bosco

“Una barca nel bosco”
Scuola Primaria di Loazzolo, Maggio 2024
Giulia era lì, come ogni sera stava dando da mangiare alla sua gattabalena Milka,e pensava a quanto si sentisse diversa ed isolata. Lei non assomigliava a nessuno che conoscesse, i suoi compagni la prendevano sempre in giro a scuola, e i genitori sembravano non capirla.
Spendere del tempo con Milka la aiutava a dimenticare i suoi problemi, poteva coccolarla: era così morbida che sembrava di toccare una nuvola.
Mentre era distratta a pensare, non si accorse che Milka era scappata: si affacciò alla finestra e la vide correre via. La seguì, la chiamò più volte, ma sembrava essere attratta da qualcosa.
Ormai era notte, Giulia era circondata dalla nebbia, la gattabalena stava inseguendo un fascio di luce che all’improvviso si fermò e si trasformò in un’enorme distesa d’acqua, così grande da formare un lago. In mezzo al lago c’era una barchetta di legno a remi. La barchetta iniziò ad avvicinarsi alla riva, verso di
lei e Milka, sembrava volerle accogliere. Giulia era sorpresa, non aveva mai visto
qualcosa del genere. Non sapeva se salire o no: spinta dalla curiosità, Milka salì, e
Giulia si fece coraggio e la seguì.
La barca sembrava avere un’anima; Giulia si sentiva accolta per la prima volta
mentre remava dolcemente in quel lago. All’improvviso il lago si rimpicciolì e si
trasformò in un torrente; Giulia si spaventò, intorno a lei la nebbia non si era
diradata, infatti non si accorse che la corrente li stava conducendo verso una
cascata.
La barca precipitò giù dalla cascata, Giulia e Milka si trovarono improvvisamente
nel vuoto, ancorate saldamdente ai bordi della barca. Giulia alzò la testa e si
guardò intorno: vide intorno a sé galassie, stelle e pianeti e si accorse che la
cascata l’aveva fatta precipitare nello spazio.
Si emozionò, lei e Milka navigavano nello spazio, infatti la barca fece comparire
due caschi da astronauti, che indossarono. Osservavano curiose quello spettacolo,
quando Giulia notò un pianeta verbe e blu circondato da nuvole:
«Guarda quel pianeta! È perfetto per la nostra barca, c’è tanta acqua».
La barchetta iniziò a muoversi da sola verso quel pianeta, in direzione di uno
strano e soffice mare grigio e bianco, con delle piccole isole verdi. Avvicinandosi
all’atmosfera, Milka cambiò i suoi colori arcobaleno e diventò grigio, ed i suoi
occhi diventarono gialli. Provarono ad atterrare sulla superficie, ma
sprofondarono in quel mare e continuarono la discesa appoggiandosi su un letto
di foglie secche.
Giulia era sconvolta, non sapeva dove si trovava e aveva paura. Scese dalla barca
aiutando Milka, e capì di essere in un bosco. Non sapeva dove andare o cosa fare,
ma per fortuna incontrò una bambina, che sembrava assomigliarle molto.
La bambina le chiese: «Ciao, io mi chiamo Sofia. Come ti chiami? E perché sei
arrivata qui? E che bel gatto che hai!».
Allora Giulia rispose: «Ciao, io mi chiamo Giulia, sono arrivata qui su una barca a
remi. Questa è Milka, in realtà è una gattabalena, ma si è trasformata. Dove mi
trovo?».
«Ti trovi a Castelletto Molina, sul pianeta Terra. Cos’è una gattabalena?».
Allora Giulia le raccontò del suo pianeta Orbast, dei gattibaleni e del suo epico
viaggio; Sofia invece le spiegò che era atterrata in un banco di nebbia, e che aveva
scambiato le isole per le punte delle colline piemontesi.
Sofia quindi le disse, “Ma allora, se vieni dallo spazio, perché sei così simile a me?
Non sarai forse una terrestre?”
“Penso proprio di sì: nel mio pianeta nessuno mi accoglieva perché ero diversa da
loro”.
“Anche in questo pianeta purtroppo succede che non si accolgano le persone
diverse, ma da ora in poi puoi stare qui con me, e saremo amiche per sempre”.
Giulia prese Milka in braccio e prese Sofia per mano. Uscirono dal bosco lasciando
la barchetta dietro di sè: se trovi una barca nel bosco, è perché ha portato lì
qualcuno che cercava il suo posto.

Pubblicato il 28-06-2024